Per la maggior parte degli uomini la raccolta anamnestica (incluso una serie di domande specifiche contenute nel IIEF-5 – Questionario Internazionale della Funzione Erettile, International Index of Erectile Function), e l’esame obbiettivo è tutto quello di cui c’è bisogno per un corretto inquadramento diagnostico. Se vi sono delle altre condizioni o un sospetto che vi siano altre condizioni mediche da inquadrare , sarà probabilmente necessario il consulto con qualche altro specialista. Una serie di test è utile per l’inquadramento del problema legato alla disfunzione erettile

Esami di Laboratorio. Gli esami solitamente richiesti sono un emocromo con formula, la glicemia, l’emoglobina glicata, l’azotemia e la creatinina, l’assetto lipidico, livelli ormonali di testosterone e prolattina, esame urine completo.

Ecodoppler Basale e Dinamico. L’esame consiste nel misurare il flusso basale nei corpi cavernosi attraverso una sonda ecografica poggiata in regione scrotale al di sopra dei vasi che irrorano l’organo genitale. Questo test viene solitamente associato ad iniezione di prostaglandine (PGE-1, sostanza che induce una vasodilatazione massiva) all’interno dei corpi cavernosi per valutare la risposta dopo stimolo. La puntura è assolutamente indolore perché il medico utilizza un ago molto piccolo. Dopo l’iniezione vi verrà chiesto di masturbarvi per ottenere un’erezione e l’esame effettuato a pene turgido.

Test di erezione notturna (NTPR). Molti maschi hanno erezioni notturne senza che se ne accorgano. Il test consiste nell’avvolgere il pene con uno speciale manicotto che misura il numero e la tuminescenza dell’organo durante le erezioni notturne. Questo test aiuta a capire se la disfunzione erettile è legata a problemi psicologici oppure organici.

Angio-TAC pelvica. Se la causa dovesse essere vasculogenica, un altro test che potrebbe essere richiesto è un angio TAC dei vasi penieni. Utilizzando questa metodica è possibile individuare cinque zone principali dove si sviluppa un’ostruzione aterosclerotica dell’asse iliaco-penieno. Inoltre vista la possibilità di rotazione sui tre assi dei piani di ricostruzione è molto semplice avere informazioni dettagliate circa l’anatomia della regione e l’origine dei diversi rami prima dell’effettuazione di un’eventuale angiografia selettiva. In considerazione del fatto che vi è una considerevole variabilità di origine dell’a. Pudenda interna e la possibilità (»10%) che questa nasca come vaso accessorio collegato direttamente con l’a. Dorsale del pene, nella nostra esperienza questa modalità di percorso diagnostico favorisce una chiara visualizzazione dell’origine dei vasi e fornisce la migliore proiezione per valutare al meglio le lesioni segmentarie nel vaso, facilitando quindi in maniera significativa il successivo compito del cardiologo interventista, e facendo risparmiare una notevole quantità di contrasto al paziente durante la procedura.